Informazioni del Territorio
Un territorio che offre tante opportunità di divertimento e svago.
Visitare l’Appennino Reggiano è un po’ come ricercare i segni dell’uomo, della storia e del tempo in un paesaggio mutevole, vario nelle sue espressioni, che vanno dalle basse colline alle più alte cime del crinale, che recano impresse nell’ambiente naturale le proprie radici e la fedeltà alle tradizioni.
Un parco tra Europa e Mediterraneo
L'Appennino che si innalza tra il mare di Toscana e la pianura dell'Emilia, respira le arie dell'Europa e quelle del Mediterraneo.
Il Crinale corre sul filo dei 2000 metri.
È un sentiero, sospeso tra due mondi che nelle 4 stagioni cambiano, ribaltano e rigenerano i colori, le emozioni, i profumi e le prospettive.
Si concentra qui gran parte della biodiversità italiana favorita dalla contiguità della zone climatiche europea e mediterranea.
Oggi sempre di più sono turisti ed escursionisti, con gli scarponi, con i bastoni, con le ciaspole o i ramponi, con gli sci e con le biciclette. Ognuno può scegliere il modo di esplorare questo mondo, da sempre abitato e vissuto a stretto contatto con la natura e le stagioni che dettano ogni giorno un'agenda diversa.
Nei dintorni del Borgo di Ca’ Manari sono diverse le attività per passare un soggiorno divertente e a contatto con la natura.

Museo del Sughero
Museo sito in centro a Cervarezza Terme che vi farà scoprire la storia e la lavorazione del sughero.
Particolarità di Cervarezza è la lavorazione del sughero per la produzione di tappi. Secondo le testimonianze e i documenti raccolti questa antica lavorazione si perde nella notte dei tempi. La transumanza dei pastori del luogo in Maremma per svernare con le greggi permise un primo contatto con la pianta del sughero e l'opportunità di imparare a lavorarlo. La scorza del sughero arrivò a Cervarezza e venne lavorata a mano nelle case e nelle cantine, da tutti i componenti delle famiglie, per ottenerne i primi rudimentali turaccioli. In seguito la lavorazione si è industrializzata e continua ancora oggi attraverso alcuni operatori locali che hanno salvaguardato questa importante tradizione di vita e cultura.
Piazza 1° Maggio - 42032 Ventasso
Contatti: 0522 890655 Museo del Sughero - museodelsughero@comune.ventasso.re.it
Il Vascello del Monsignore - Antica Acetaia
Nell’acetaia sita a Cervarezza non solo è possibile degustare ed acquistare l’aceto, ma anche effettuare visite guidate.
“Parlare di aceto significa entrare in una leggenda, attraversare i secoli, rivolgersi a un’icona misteriosa e affascinante… La nostra storia è strettamente legata a quella sapienza arcaica, serbata nei secoli con amore e passione per quella tradizione che oggi è diventata arte e testimonianza di una specifica cultura..”, diceva sempre mio nonno Giorgio quando da piccola mi portava nel solaio a rimestare l’aceto nelle botti e ad insegnarmi questa sua arte.

Via Cà di Sotto 5 , 42032 Cervarezza Terme, Ventasso, R.E. Italy
Cellulare: +39 3339509250 - Telefono: 0522527521 - E-mail: info@ilvascellodelmonsignore.com


Terme di Cervarezza
Per chi volesse coniugare i benefici di un soggiorno termale con il piacere di praticare sport all’aria aperta, le Terme di Cervarezza sono la destinazione ideale. Le Terme sorgono ai piedi dell’Appennino reggiano a circa 900 metri di altitudine, nel caratteristico borgo antico di Cervarezza, in un caratteristico susseguirsi di prati e boschi di faggio.
Location unica quella delle Terme di Cervarezza che può essere definita anche località climatica oltre a termale. Infatti il microclima dei 900 metri di altitudine viene influenzato anche dalla relativa vicinanza al mare e alla costa della Versilia , dando spunto anche per itinerari turistici. L’ acqua sulfurea è impiegata per fango terapie, bagni e cure inalatorie, particolarmente efficaci per la cura delle vie respiratorie, anche di origine allergica.
Le acque termali delle Terme di Cervarezza , medio minerali bicarbonato-sodiche, particolarmente leggere, hanno ottime proprietà diuretiche. Accanto ai trattamenti termali tradizionali, le terme di Cervarezza permettono di effettuare massaggi e percorsi di riabilitazione. Nel moderno reparto dedicato al wellness è possibile praticare cure estetiche personalizzate, per una remise en forme totale e appagante.
Parco avventura Cerwood
Divertimento per tutte le età
Con i suoi 10 ettari di estensione e più di 220 giochi diversi per bambini e adulti, Cerwood è il Parco Avventura più grande d’Italia!
La nostra mission? Emozionare, divertire e far toccare con mano l’avventura a grandi e piccini.
A Cerwood la tua giornata scorre serenamente e a contatto con la Natura. Hai voglia di pranzare all’aria aperta? In tutto il parco, tra le passerelle di legno e i percorsi per passeggiare, troverai aree picnic attrezzate con panche e tavoli. Troverai anche diversi barbecue in cui organizzare la grigliata perfetta con i tuoi amici e la tua famiglia.
Al centro del parco, poi, il nostro ristorante “La Locanda di Cerwood” ti dà la possibilità di gustare sfiziose pietanze. Il ristorante è aperto negli stessi orari del Parco avventura.

Via S. Lucia delle Fonti, Cervarezza Terme RE
42032 Comune Del Ventasso
informazioni@cerwood.it - Tel 348 406 0500
Osservatorio Astronomico

La visita al nostro osservatorio è un esperienza molto particolare, adatta a persone di ogni età e non richiede particolari conoscenze della materia.
La prima parte, teorica, si svolge all'interno della struttura, dotata di trenta comodi posti a sedere. Un esperto vi guiderà alla scoperta delle meraviglie dell'universo, impareremo la differenza tra stelle e pianeti, tra nebulose e galassie e di tutto ciò che fa parte del cosmo.
La parte pratica ed osservativa si svolge nel piazzale adiacente, con l'aiuto di un laser verde, impareremo a riconoscere le principali costellazioni, i pianeti, le stelle più luminose ed a orientarci in cielo. La serata terminerà osservando al telescopio, con il grande newton da 610mm vedremo i principali oggetti del periodo direttamente in cupola o, con lo stumento più piccolo, dal piazzale.
La realizzazione dell'osservatorio, in un contesto paesaggistico di grande bellezza e suggestività quale quello dell' alta valle del Secchia, ad una altitudine di oltre 1000 m. sul livello del mare, è motivata sia da una vocazione turistica della zona da anni consolidata e in espansione, sia dalle caratteristiche atmosferiche particolarmente favorevoli:
- La trasparenza ideale dell'aria in quanto priva di fattori inquinanti e con un contenuto di vapore acqueo piuttosto basso.
- L’assenza di sorgenti luminose altamente compromettenti l'osservazione notturna.
Un adeguato numero di notti scure nel corso di tutto l' anno.
Per la sua localizzazione l’intervento si configura non solo come polo di aggregazione e luogo di richiamo per gli astrofili, ma anche come ulteriore meta dei numerosi escursionisti ed amanti della natura che frequentano il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
L’osservatorio costituisce inoltre un punto di riferimento per le scuole di ogni ordine e grado in quanto struttura aperta all’attività e alla ricerca e alla divulgazione scientifica.
La Pietra di Bismantova
La Pietra di Bismantova, una montagna alta 1041 metri. E’ un massiccio roccioso isolato, costituito di roccia simile alla dolomia, ha un profilo simile ad una nave, situata nel comune di Castelnovo ne’ Monti, paese che sorge alle sue falde. E’ stata classificata come sito di interesse comunitario (codice IT4030008) della Rete Natura 2000.
La Pietra di Bismantova viene citata da Dante Alighieri nel IV Canto del Purgatorio nella Divina Commedia. Secondo alcuni commentatori il poeta avrebbe visitato personalmente il luogo nel 1306, mentre si recava da Padova alla Lunigiana, e ne avrebbe tratto ispirazione per la descrizione del Monte del Purgatorio.
« Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su Bismantova e ‘n Cacume con esso i piè; ma qui convien ch’om voli; dico con l’ale snelle e con le piume del gran disio, di retro a quel condotto che speranza mi dava e facea lume »
(Dante, Purgatorio, canto IV, vv.25-30)


Il Forte dello Sparavalle

Fanno guardia alla Strada Statale 63 i resti di un piccolo fortino che gli abitanti definiscono "napoleonico" poichè si pensa che fu Napoleone Bonaparte a costruirlo quando prese il potere in Italia, in realtà il progetto di realizzazione avvenne nel XIX secolo su ordine del duca Francesco IV per la sorveglianza delle vie di comunicazione tra il reggiano e il parmense .
Questa strada risale agli estensi, quando il Duca Ercole III nel XVIII secolo fece costruire dai suoi tecnici quella che allora venne chiamata la strada ducale di Lunigiana.
Napoleone proseguì il progetto che nei suoi obiettivi doveva unire mar Adriatico e mar Ligure.
Attualmente l'edificio è visibile percorrendo la strada del Cerreto in prossimità di Cervarezza, in direzione di Castelnovo né Monti, immediatamente dopo il bivio per il Ramisetano. Nelle giornate di cielo sereno si ammira un vasto panorama in cui spaziare con lo sguardo dalle colline fino alla Pianura Padana.
Lago Calamone
ll Lago Calamone situato alle pendici del Monte Ventasso è uno dei luoghi più suggestivi e visitati dell'Appennino reggiano.
Piccolo lago di origine glaciale, si è formato quando i ghiacciai si ritirarono migliaia di anni fa, oggi rappresenta una zona umida di tutto rilievo dell'Appennino reggiano ed è una delle maggiori attrattive turistiche.
La superficie d'acqua è di oltre trentamila metri quadrati con profondità che sfiorano i dieci metri.
Tre sono le zone che, nell'area Calamone - Ventasso, racchiudono le più interessanti particolarità botaniche del luogo: esse sono situate nella parte sud-ovest del lago, sul versante nord del monte e lungo il crinale roccioso.
La prima che racchiude una vegetazione lacustre è caratterizzata da un progressivo riempimento del lago da sedimenti che, nel tempo, hanno creato un habitat paludoso dove vegetano rarità botaniche. Il primo posto spetta all'Orchidea chiamata Dactylorhiza Praetermissa rilevata in Italia solo sulle sponde di questo lago.
Risalendo il versante del Ventasso si attraversano radure nelle quali, durante l'anno, si avvicendano pittoresche fioriture di piante d'alta quota tra le quali si possono vedere Genziane con il caratteristico fiore azzurro, Primule con piccoli fiori gialli e i Crochi dal grande fiore violaceo portato su uno stelo biancastro.
Gli alberi registrano qui la presenza di alcuni esemplari secolari di faggio, di notevoli dimensioni.
La fascia montana caratterizzata da questa presenza, sale dagli 800 m, dove terminano querceti e castagneti, fino a sfiorare i 1800 m dove gli ultimi faggi a cespuglio cedono il posto alle pratine di alta quota create dall'uomo.
La faggeta ospita anche altre piante come l'Abete Bianco, il Tiglio, l'Acero, il Tasso e l'Agrifoglio.
Il sottobosco è molto ridotto per la forte copertura ed è costituito da erbe come le Felci e da fiori come il Sigillo di Salomone e il Geranio Nodoso.
Dal Lago ci si può incamminare tramite i sentieri Cai verso la cima del Monte Ventasso,
meta di moltissime escursioni, grazie alla difficoltà non eccessiva nel raggiungere la vetta a quota 1727 m.s.l.m.
La posizione isolata e la notevole altitudine fanno di questa montagna un punto panoramico privilegiato, con un colpo d'occhio si abbracciano le cime del crinale e le valli reggiane. E' di notevole interesse geologico per le sue stratificazioni rocciose e per gli affioramenti torbiditici, dove è ben evidente la differente erodibilità tra arenarie e marne. Elemento caratterizzante del Monte Ventasso e la sua totale esposizione ai raggi del sole e agli eventi metereologici che determinano la straordinaria variabilità ambientale delle sue pendici corrispondente ad una grande variabilità di specie floristiche e faunistiche.







Cerreto Alpi e i suoi Laghi
Il sistema dei laghi cerretani consente di cogliere facilmente il divenire nel tempo di un popolamento di specie vegetali legato alle zone umide, altrimenti difficilmente interpretabile. E' infatti possibile osservare, accanto alla vegetazione tipica di uno specchio lacustre, quella delle torbiere a diversi stadi di evoluzione. Questo sistema è tra le principali zone umide di torbiera del Parco del Gigante e i laghi sono tutti di origine glaciale (tranne il Pranda), nati dall'erosione del ghiacciaio che si trovava sul monte La Nuda (m.s.l.m 1895). Il percorso inizia poco dopo il bivio che conduce al Lago Pranda per un sentiero lungo il quale è possibile ammirare il lago Scuro, privo di immissari ed emissari e profondo 5-6 metri, che serve da bacino di raccolta delle acque piovane ed è probabilmente alimentato da una sorgente sublacustre; durante i mesi estivi esso subisce un parziale svuotamento a causa delle scarse precipitazioni e della forte evaporazione. Poco distante è visibile una palude ricoperta di muschi e piante igrofile, che rappresenta lo stadio finale della vita di un lago. Proseguendo sul sentiero attraversiamo una faggeta d'alto fusto nella quale, soprattutto durante l'autunno, possiamo notare molti esemplari di abete rosso, l'origine dei quali è tuttora oggetto di studio. I massi erratici sono un ulteriore testimonianza dell'antica presenza dei ghiacciai. Questi grandi blocchi isolati di roccia arenacea sono stati strappati e trasportati anche a distanza dalla forza del ghiacciaio. Attraverso il ponte Briglia, costruito negli anni '50, arriviamo al lago Pranda (m 1284), come si è detto di origine artificiale, formato in seguito ad uno sbarramento appositamente realizzato all'estremità di un vasto acquitrino–torbiera probabilmente derivato da un preesistente ed antico lago. Aggirando il rifugio si arriva ad un altro piccolo bacino da dove ha inizio il sentiero che conduce fino al Lago del Cerreto
I Giardini dell'Acqua
Centro ittico che offre i seguenti servizi: allevamento trote, peschiera e scuola di pesca, parco giochi, piscina, solarium, percorso natura, area picnic. Dista dal Borgo circa 10 km. Per maggiori informazioni visitate la pagina de I giardini dell’acqua


L'Archeologia
Ci sono molti siti archeologicamente interessanti sul territorio adiacente al Comune del Ventasso, che testimoniano la presenza umana già dal paleolitico e che si sovrappongono a reperti etruschi, celti, liguri, romani. Tra tutti ricordiamo Campo Pianelli, situato alla base del versante occidentale della Pietra di Bismantova, che è la necropoli protovillanoviana più importante del nord Italia. .
Diverse sono le popolazioni che si sono insediate e che hanno arricchito il territorio del Parco, lasciando testimonianza di loro stessi, già nelle epoche antiche: Liguri, Liguri-Apuani, Etruschi e Romani. Soprattutto nel secolo scorso, alcuni ritrovamenti hanno dato vita a scavi archeologici di notevole interesse, portando alla luce reperti, statue ma anche intere necropoli
Il sito archeologico di S.Bartolomeo
Il ritrovamento interessa una necropoli di epoca romana, presso il centro abitato di S. Bartolomeo, lungo il Secchia, nel Comune di Villa Minozzo.
Il sito archeologico di Campo Pianelli
Il sito archeologico scoperto casualmente a metà ‘800, ai piedi della Pietra di Bismantova, è stato oggetto di diverse campagne di scavo che hanno permesso di indagare le differenti fasi di occupazione del pianoro. Gli strati archeologici più antichi conservano frammenti ceramici databili alla fine dell’età del Rame (2.500-2.300 a.C.) e testimoniano una prima fase di occupazione abitativa di particolare interesse, dato che insediamenti di questo periodo sono assai rari in area appenninica.
Dopo un periodo di abbandono nuove abitazioni sorsero durante l’età del Bronzo media (1.550-14.50 a.C.) e recente (1.450-1.250 a.C.). A quest’ultima fase appartengono i resti di due capanne, rinvenute negli scavi archeologici condotti nel 1973-74 e 2012, una distrutta da un incendio, l’altra conservante la pavimentazione in terra battuta scottata e due lastre di pietra verticali interpretate come stipiti di porta.
Anche questo villaggio venne abbandonato e scomparve alla fine dell’età del Bronzo recente e al suo posto si impiantò una necropoli databile all’età del Bronzo Finale (1.150-900 a.C.). Probabilmente il relativo villaggio sorgeva nelle vicinanze, forse sulla sommità della Pietra di Bismantova, in posizione ben difesa.
Si tratta di un rinvenimento eccezionale. In questo periodo infatti le testimonianze archeologiche in tutto il territorio emiliano sono assai rare e la gran parte della pianura appare disabitata. Le sepolture, 49 quelle individuate, sono costituite da vasi in ceramica che venivano inseriti in piccole cassette realizzate con lastre di pietra. I vasi contenevano le ceneri dei defunti cremati e splendidi oggetti in bronzo, ambra e pasta vitrea, oggetti esotici per l’epoca, che ci fanno intuire come quest’area dell’Appennino fosse connessa con vie di lunga percorrenza che connettevano la costa adriatica al centro Europa.
L’occupazione di Campo Pianelli si concluse con l’età del Ferro (600-300 a.C.) periodo nel quale frammenti di ceramica etrusca e ligure ci permettono di ipotizzare la presenza di alcune strutture abitative.
Nel pianoro che ospita il sito archeologico è possibile viaggiare nel tempo grazie alla realtà aumentata. Scaricando l’applicazione CittAumentata sul proprio dispositivo, sarà possibile inquadrare il pannello installato in loco e vedere le ricostruzioni in scala 1:1 delle capanne e delle sepolture dell’età del Bronzo.
Un’esperienza di visita unica che anche grazie all’audioguida arricchisce il percorso archeologico della Pietra.
Il Parco archeologico
Il Parco è situato ad alcune decine di metri dal sito archeologico, ai piedi di Campo Pianelli ed è composto dalle ricostruzioni di alcune sepolture dell’età del Bronzo Finale, costituite da cassette litiche poste su una massicciata e dall’ustrinum, l’area in cui veniva fatta la pira funebre per l’incinerazione dei defunti. I pannelli a corredo permettono inoltre di approfondire la storia del sito e i principali rinvenimenti avvenuti attorno alla Pietra di Bismantova.
Il Parco, delimitato da staccionata, è accessibile e fruibile liberamente per la visione dei pannelli esplicativi, mentre per poter vedere i numerosi materiali archeologici rinvenuti, fedelmente riprodotti, è possibile partecipare alle visite guidate organizzate ogni weekend dalle guide del Parco Archeologico.
Il sito, nel Comune di Castelnuovo nei Monti, offre una successione stratigrafica, che raccoglie un'antica necropoli con tombe che vanno dal XI sec. a.C. al V sec. a.C. ed un insediamento di tipo protovillano, dell'età del ferro. Molti dei reperti sono stati trasferiti presso i Musei Civici di Reggio Emilia.









Gessi Triassici
l SIC Gessi Triassici comprende un tratto di circa 10 km dell'alta Val Secchia, nel territorio dei Comuni di Castelnovo ne' Monti, Villa Minozzo e Busana, dove il fiume ha inciso profondamente la formazione geologica che da il nome al sito.
I Gessi Triassici, tra i più antichi dell'Appennino settentrionale, risalgono ad oltre 200 milioni di anni fa e si possono ben osservare nelle bianche e ripide pareti verticali, alte fino a 250 m, di Monte Rosso, di Monte Carù e di Monte Merlo, nel fondovalle del Secchia. Sono rocce di origine evaporitica, depositatesi quando l'aspetto delle masse continentali era molto diverso da quello attuale e le acque dell'antico mare della Tetide, evaporando all'interno di ampie lagune, depositarono gesso e sale. Il sale, più solubile del gesso, si trova oggi soltanto in profondità e viene attivamente disciolto dalle acque che si infiltrano all'interno dell'ammasso gessoso. E' questo il motivo per cui le acque delle Sorgenti di Poiano sono salate, ed è proprio per l'elevata solubilità di queste rocce che in quest'area si manifestano fenomeni carsici che danno origine a piccole doline, inghiottitoi e grotte.
Il paesaggio dei Gessi è aspro, differenziato e ricco di contrasti: rupi, praterie semiaride, formazioni a ginepro, garighe di fumana ed elicriso lungo i versanti assolati, arbusteti, densi ostrieti, formazioni forestali lungo i freschi versanti settentrionali, castagneti e una ricca vegetazione ripariale.
21 gli habitat di interesse comunitario, dei quali 6 di importanza prioritaria: spiccano gli ambienti acquatici, fluvio-ripariali, di sorgente e risorgente, di ghiaione, rupe e grotta, oltre a vari tipi di prateria umida, fresca o arida, arbusteti e boschi.
Molto particolari sono le paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae che caratterizzano le Fonti di Poiano (le risorgenti carsiche più grandi della regione) e altri arrivi minori dai complessi carsici, non tutti esplorati o esplorabili, che affluiscono nel letto del Secchia, a sua volta contornato o invaso da vegetazione bentica di Chara ed alghe a candelabro. Sono inoltre molteplici le segnalazioni di specie rare e minacciate, quali le igrofile Triglochin palustre, Typha minima e Epipactis palustris, gli arbusti alto-montani Rhamnus saxatilis e Cotoneaster nebrodensis, poi ancora Artemisia lanata (uniche stazioni in Emilia-Romagna per questo genepì) Ononis rotundifolia, Helianthemum oelandicum, Convallaria majalis, Saxifraga lingulata, Staphylea pinnata, Digitalis ferruginea.
Per quanto riguarda i Mammiferi, è significativa la presenza di siti riproduttivi del lupo e, tra i chirotteri presenti nelle grotte, è segnalato il rinolofo maggiore.
L'avifauna è molto ricca ed è presente con 6 specie di interesse comunitario di cui 4 nidificanti (succiacapre, martin pescatore, tottavilla, averla piccola); nibbio bruno e falco Pellegrino compaiono durante i periodi di dispersione post-riproduttiva e di migrazione. Per gli Anfibi è segnalata una popolazione in eccellente stato di conservazione di geotritone italiano (Speleomantes italicus) e il tritone crestato (Triturus carnifex). Tra le specie di interesse comunitario si trovano ancora 4 specie di Pesci (barbo canino, lasca, vairone e ghiozzo padano), 2 specie di Invertebrati (il Lepidottero Ropalocero Lycaena dispar e il Coleottero Osmoderma eremita). Da segnalare infine la presenza dell'Anfipode stigobio Niphargus poianoi, specie endemica legate alle sorgenti ricche di sali.
Il sito ricade per circa il 40% all'interno del Parco nazionale dell'Appennino Tosco - Emiliano.
Testi tratti da "Aree Protette e rete Natura 2000 in Provincia di Reggio Emilia" a cura dell'U.O. Aree Protette e Paesaggio - Provincia di Reggio Emilia (Area Cultura e valorizzazione Territoriale - Servizio Pianificazione Territoriale, Paesaggistica e Ambientale).